Un sistema alternativo a quello neoliberista: la SobrEconomia

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Imagedi Andrea Tronchin, responsabile dei progetti di Distretto/Rete di Economia Solidale dell’ARI – Associazione Rurale Italiana.

Questo interessante contributo dell’ARI, associazione che raggruppa piccole realtà dell’agricoltura contadina, mette l’accento su un possibile nuovo modello di società basato sul concetto di “SobrEconomia”, termine coniato in occasione del Forum di Nyeleni svoltosi in Mali nel Febbraio 2007.

Le considerazioni dell’ARI ci sono state trasmesse da Fabrizio Garbarino, consigliere nazionale dell’Associazione, allevatore di capre in Alta Langa e produttore di squisite robiole di Roccaverano all’interno della cooperativa “La Masca”.

Il concetto di “SobrEconomia” definisce un processo di ampliamento delle possibilità di scelta dei singoli e delle popolazioni, tramite l'unione concreta ed organica di tre fondamentali elementi:

1) Sovranità alimentare
2) Economia Solidale
3) Decrescita attiva e conviviale.


La Sovranità alimentare è un concetto abbastanza chiaro in ARI. Nella SobrEconomia, la Sovranità alimentare rappresenta il Diritto Fondamentale delle Popolazioni di poter decidere quale sistema adottare per il proprio Ben-essere, alimentare e sociale; tale diritto deve essere aggiunto all'elenco dei diritti fondamentali dell'uomo presso l'ONU: il cibo e l'acqua sono, prima di tutto, un diritto e non una merce!

L'affermazione e il riconoscimento di questo Diritto, non cambia il mondo ma cambia decisamente molte cose …
Non ci consente di farci restituire, nell'immediato, le risorse che sono state “rubate” all'umanità da una “ristretta cerchia” di persone; per lo più, possiamo solo garantirci il diritto di non permettergli di rubare ancora (il che non è poco!).
Quindi, al Sistema neoliberista si contrappone il sistema “sovranista” ma ciò non basta, perché il sistema sovranista, concretamente, non esiste ancora, non fa economia, non controlla i mercati locali e le produzioni.

La Strategia di “attacco pacifico” e allo stesso tempo di difesa della Sovranità alimentare, verso cui attualmente convergono praticamente tutte le realtà dalla Società Civile Organizzata, si può sintetizzare in questa frase: sviluppare le alleanze, fare informazione, educazione, formazione e sensibilizzazione con obiettivi concreti, a livello Locale, Nazionale, Regionale (Via Campesina Europa), Mondiale (Comitato Internazionale di Pianificazione – IPC).

L'Economia Solidale rappresenta la concretizzazione della Sovranità Economica, quest'ultima è necessaria alla Sovranità alimentare per passare da una proposta socio-politica ad una proposta socio-politico-economica complessa, ovvero, l'unica alternativa attualmente esistente al “modello unico” dell'economia neoliberista, che può funzionare a livello Locale (Gruppi di Acquisto Solidale/GAS - Distretti di Economia Solidale/DES), Nazionale (RES), Regionale (INESS- UE), Mondiale (RIPESS - FIMARC).
Concretamente, l'Economia Solidale è necessaria per poter garantire la salvaguardia del modello dell'agricoltura contadina, dei mercati locali, dello sviluppo del biologico, consumo critico, filiere corte ecc.

Il principale prodotto dell'Economia Solidale è - e deve essere - i “Beni Relazionali”, a tutti i livelli; questi Beni Relazionali, nel modello delle relazioni sociali tra gruppi, si chiamano alleanze e solidarietà.
L'obiettivo primario dell'Economia Solidale sono le Risorse Umane e per fare funzionare al massimo tali risorse è necessario produrre in ogni modo (socialmente, politicamente, ambientalmente ed economicamente) Coesione Sociale.

La Decrescita attiva e conviviale è l'orizzonte socio-politico verso cui tendere e che richiede l'assunzione (responsabilizzazione) personale e collettiva su temi quali: Beni Comuni e Beni Relazionali, Buon Senso e Saggezza Sistemica,  Coesione Sociale, Solidarietà, Democrazia partecipativa diretta, Nuovi Stili di Vita (personali e collettivi), Consumo Critico e Responsabile applicati singolarmente e comunitariamente al sistema dell'Economia Solidale e difesi (libertà di scegliere il percorso di sviluppo) tramite un diritto che ancora manca nella Dichiarazione dei Diritti Fondamentali dell'Uomo: la Sovranità alimentare.

Quindi, il “Sistema SobrEconomico” è, innanzitutto, qualcosa di nuovo come la parola stessa dice; nel suo complesso, pone particolare attenzione ai diritti fondamentali dell'uomo, all'ambiente e alla gestione delle risorse di base, all'alimentazione e all'economia locale, proponendo soluzioni concrete a livello Locale (sistema DES), Nazionale (RES), Regionale (Commercio Equo e Politica Agricola Comunitaria), Mondiale (Diritto alla Sovranità alimentare), vale a dire che si mette in pratica l'attenzione dichiarata a Diritti Umani, Ambiente ed Economia.

Per iniziare il percorso della SobrEconomia, sarebbe importante che tutti avessero delle nozioni di base dei 3 elementi principali:

1) Sovranità Alimentare, c'è materiale in abbondanza.
2) Economia Solidale, per il momento basterebbe leggere e far propria la Carta RES Nazionale (http://www.retecosol.org). In questo modo, si rilancia anche il processo di diffusione del concetto di Sovranità alimentare all'interno della RES nazionale.
3) Decrescita. Il tema è complesso, vi è già della bibliografia in alcuni siti e vi sono degli esempi pratici (ad esempio:
http://www.decrescita.it).

Per quanto riguarda l'Economia Solidale, ogni località e ogni Comunità va considerata a parte, non esiste un modello unico replicabile ovunque ma esistono degli orientamenti chiari da applicare ad ogni iniziativa umana ovunque e una miriade di esperienze concrete attivate qua e là; la strategia di rete produce effetti (incubatori sociali sperimentali) concreti a “macchia di leopardo”.

Proposta di Azione Politica per ARI (le alleanze).

Livello locale:
1) si ricercano le realtà dell'Economia Solidale presenti localmente e gli si chiede “aiuto”, proponendosi come “produttori e consumatori con voglia di organizzarsi e fare rete economica; localmente e comunitariamente si scrive o si aderisce ad una “Carta DES” (es. DES-Verona http://www.selese.org).
2) Si inizia a fondare nuovi GAS e InterGAS (coordinamento dei consumatori) e a collegarsi organicamente con le piccole produzioni e distribuzioni locali, anche con l'aiuto di nuovi strumenti (es. programmi software di gestione della domanda ed offerta del circuito SobrEconomico come il GestiGAS, vedi http://www.marcomunari.it ).
3) Si sviluppano i Distretti SobrEconomici sul “modello dei DES”, soprattutto creando mercati locali alternativi, facendo passare le persone da consumatori a Co-produttori (Responsabilità sociale e di rischio d'impresa condivisi da tutti, produttori e consumatori assieme) e recuperando terre disponibili per il Bene Comune e Diritto al “cibo biologico”, creando delle filiere corte (pane, pasta, verdure, servizi...).
4) Si introduce una moneta sociale complementare all'euro nei luoghi ove questa non è già esistente (e funzionante secondo i parametri Sobreconomici), sviluppando nel contempo mercati alternativi, es. di baratto (facilitato dalla moneta complementare) o della Banca del tempo. L'unità di valore della moneta è il tempo umano, così il lavoro diventa il fattore maggiormente remunerato e la creazione di “impiego” il sistema per remunerarlo. Il sistema è particolarmente favorevole alle famiglie e aziende in difficoltà, gli esclusi, i disoccupati ecc.

ARI Nazionale coordina i propri neonati “ARI-DES” che come singoli o “in blocco” possono entrare a fare parte  della RES Nazionale a fare Rete economica coordinandosi con i Distretti esistenti (attualmente circa 20 in tutta Italia).
ARI, nella RES Nazionale, è presente all'interno del Coordinamento Nazionale (Assemblea generale) e del Tavolo RES Nazionale (che funziona come l'IPC ma limitato al livello nazionale) dove io stesso ho sempre rappresentato la Sovranità alimentare e i contadini (dal 2002). In Italia esiste già un primo abbozzo di normativa sui GAS e, prima della caduta, la RES era in contatto con il governo (Ministero della Finanza e Ministero dell'Ambiente) per formalizzare i DES...

“ARI Internazionale”, assieme ad un lavoro congiunto con FIMARC, Via Campesina Europa, Rete Internazionale dell'Economia Sociale e Solidale (RIPESS) e l'Istituti Internazionale di Economia Sociale e Solidale (INESS) ha già predisposto uno spazio nel Forum Internazionale “globalizziamo la Solidarietà” che si terrà in Lussemburgo nel 2009 e dove si parlerà, assieme alle realtà sopra citate e altre realtà di “Economia Solidale e Sovranità alimentare” di sinergie, alleanze e attivazioni verso obiettivi comuni; in quell'occasione sarà fatta la proposta di rendere il “Sistema SobrEconomico” pratica di Militanza Globale per concretizzare la Sovranità alimentare e, nel contempo, realmente un “altro mondo possibile” tramite un altro sistema economico, alternativo al modello neoliberista.

Tutto questo bisogna vederlo come un processo di Ingegneria Sociale (produzione di beni relazionali), che si caratterizza per essere dinamico e sinergico e si basa sulla responsabilizzazione personale e collettiva; è una cosa che chiede dei “tempi tecnici sociali” di medio e lungo periodo, ma i risultati sembrano essere garantiti dalle realtà emergenti che si stanno sviluppando un po’ ovunque con rapidità sorprendente...
Più le famiglie e le piccole aziende avvertono realmente la crisi globale e più lo sviluppo spontaneo della SobrEconomia risulta diffuso e rapido...

Si tratta di un ragionamento molto complesso, che non è sintetizzabile in poche parole ... Resto disponibile per approfondimenti, possibili e auspicati “incontri di formazione” ovunque lo si voglia fare.
Ogni ARI locale deve costruire il proprio sistema SobrEconomico a partire dal proprio territorio e dalle realtà esistenti con: Ripensamento del “modello di sviluppo”, Recupero delle risorse (prime le risorse umane) assieme al Riciclaggio, Rivalutazione, Ristrutturazione,  Ridefinizione di una alternativa “Glocale” (Globale-Locale) alternativa al pensiero e modello unico dell'economia neoliberista.

La prima tappa è: le alleanze in un progetto concreto (la proposta alternativa concreta); le altre tappe vengono da sole e di conseguenza. A tutti gli effetti, si tratta di un processo naturale di maturazione e responsabilizzazione delle persone e delle Comunità, il nostro compito è di favorire tale processo attivando diffusamente esempi concreti di uno stile di vita, di consumo e di produzione adatti ai problemi che dovremo affrontare nel prossimo futuro, facendo nel contempo una economia reale che guarda ai diritti umani e all'ambiente prima di ogni altra cosa.


DICHIARAZIONE DI PRINCIPIO dell'ASSOCIAZIONE RURALE ITALIANA

L'ASSOCIAZIONE RURALE ITALIANA si propone di raggruppare in una forza collettiva organizzata e rappresentativa persone e gruppi impegnati in favore di modelli di agricoltura contadina:

- compatibili con la sovranità alimentare intesa come diritto e dovere di ogni popolo a produrre e consumare il proprio cibo
- che assicurino il mantenimento di campagne vive con contadini numerosi
- che forniscano cibi sani, diversificati ed accessibili a tutti
- che rispettino la natura nelle sue varie forme (animali, piante, territorio).

L'ASSOCIAZIONE RURALE ITALIANA è a favore di politiche agricole che sostengano ed incoraggino uno sviluppo equo e solidale, secondo forme adatte ad ogni diverso ambiente rurale italiano:

- prezzi dei prodotti agricoli che permettano una vita dignitosa ai contadini in ogni ambiente;
- aziende agricole centrate sul lavoro, diversificate, creatrici di impiego locale, facilmente trasmissibili;
- difesa della terra dall’indiscriminata cementificazione;
- accesso alla terra per chi la vuole coltivare ed in particolare per i giovani;
- la protezione e la conservazione della biodiversità agricola;
- la protezione dei corsi d’acqua, delle falde di acqua sotterranea, dei boschi e dei paesaggi;
- la trasformazione ed il collocamento dei prodotti dell’azienda in forma diretta od a mezzo di piccole imprese a carattere locale, regionale o specializzato;
- la tassazione dei fattori di produzione che causano costi sociali ed ambientali, fra cui l’uso dell'energia;
- pratiche agricole rispettose del lavoro, della salute, degli animali, dell'ambiente naturale, dei suoli, come, ad esempio: la rotazione delle colture; il pascolo e l’accesso degli animali all’aperto; la gestione solida delle deiezioni, l'utilizzazione delle lettiere, il compostaggio dei liquami; il rapporto stretto tra numero di animali e capacità delle terre coltivate; la protezione e la conservazione della biodiversità agricola; il maggior utilizzo possibile dei prodotti aziendali nell’alimentazione del bestiame ed un elenco dichiarato di altri alimenti possibili; la limitazione dei prodotti di sintesi; il rifiuto degli O.G.M..

L'ASSOCIAZIONE RURALE ITALIANA sostiene chi, per raggiungere questi obiettivi, ritiene necessario impegnarsi per attuare una nuova linea di attività politica e sindacale nel mondo agricolo.

Infine, appoggia forme di aggregazione spontanee locali che si propongono di operare per la promozione del proprio territorio in collegamento ed in sinergia con le aggregazioni di altri territori ed in un quadro di solidarietà globale.