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19 Apr
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19 Apr
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Sab 20 Apr 2024 15:30 - 18:00
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COSTIGLIOLE D'ASTI: L'arte di essere liberi
Sab 20 Apr 2024 17:00 - 19:00

I due volti del progetto di Aramengo



La sera di Mercoledì 19 aprile tutti hanno potuto comprendere la grande differenza di vedute sull'ipotesi dell'impianto natatorio e annesso impianto di pirolisi in cima alla verde collina di Canuto di Aramengo. A Castelnuovo don Bosco erano riuniti per un incontro pubblico di approfondimento oltre 150 persone (in contemporanea in tv andava in diretta Barcellona-Juventus ...), mentre in municipio ad Aramengo veniva approvata la Variante urbanistica da parte dell'amministrazione comunale. Una distanza siderale, dunque, tra chi propone un dibattito collettivo e chi si arroga il diritto di scegliere per tutti gli altri ...

Noi eravamo a Castelnuovo e abbiamo apprezzato il modo in cui il Comitato Amici di Canuto ha progettato e gestito la serata, cercando di raccontare le vicende (non ultima la negazione del diritto di affissione di un manifesto, che già vi abbiamo raccontato la scorsa settimana e che configura un'autentica violazione del diritto di espressione) e facendo parlare esperti. Difficile sintetizzare le oltre tre ore e mezza di approfondito dibattito, ma ci proviamo cercando di isolare in "pillole" gli aspetti principali presentati dai vari Relatori.

Le esperienze dei comitati locali
La serata si è aperta con il racconto di due diverse "battaglie" sostenute da comitati civici negli scorsi anni contro invasivi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e concluse in modi differenti: a Mombercelli con la mancata autorizzazione di un inceneritore e a Crescentino con il nulla osta a un impianto (grande) di pirolisi e di un secondo impianto a biomasse in zona residenziale, fonti di disagi, inquinamento, danni sanitari.
Due casi esemplari: a Mombercelli il comitato si è costituito immediatamente dopo l'annuncio del progetto e la sua azione tempestiva ha permesso di mettere in luce le criticità connesse e, alla fine, impedirne la realizzazione; mentre a Crescentino le reazioni dei cittadini sono state tardive e oggi essi possono solo lamentarsi, denunciare, subire.

La tutela del Paesaggio e il consumo di suolo

La parola è poi passata al prof. Marco Devecchi (docente della facoltà di Agraria dell'Università di Torino, Presidente dell'Ordine degli Agronomi della Provincia di Asti e Presidente dell'Osservatorio del Paesaggio per l'Astigiano e il Monferrato) che ha illustrato i passi principali della Convenzione europea per il Paesaggio e messo in luce gli aspetti nevralgici delle prescrizioni che il Consiglio d'Europa suggerisce a tutti gli Stati membri per la tutela della risorsa territoriale. Per poi soffermarsi su due esempi vicini: i casi di Passerano Marmorito e Montafia, comuni che hanno scelto di richiedere alla Regione Piemonte la tutela delle proprie aree secondo la Dichiarazione di Notevole Interesse Pubblico prevista dal Codice Urbani. Per la frazione Schierano di Passerano Marmorito ha ricordato un punto specifico del protocollo di tutela approvato, che riguarda proprio gli impianti a biomasse: "Gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili sono realizzabili unicamente se finalizzati al consumo domestico".
Al termine della serata si è avviato un analogo procedimento anche per Aramengo, con una iniziale raccolta firme.
Alessandro Mortarino, a nome del Movimento Stop al Consumo di Territorio e della Rete nazionale fra le oltre 1.000 organizzazioni che danno vita al Forum Salviamo il Paesaggio, si è invece concentrato su due aspetti. Innanzitutto quello economico/finanziario, da cui si evince che il progetto dell'impianto di piscina/centro benessere avrebbe tempi molto lunghi per un ritorno dell'investimento da parte del soggetto privato che promuoverà l'iniziativa e che, pertanto, risulta palese che la proposta di Variante urbanistica avrebbe dovuto essere accompagnata da una precisa informazione sulle caratteristiche dell'impianto di pirolisi, per un dovere di trasparenza verso la cittadinanza e per un dovere istituzionale nei confronti di tutti gli Enti che sono e saranno chiamati a esprimere un parere ai fini autorizzativi.
In secondo luogo Mortarino ha fornito alcuni dati riguardo al delicato tema del consumo di suolo, ricordando le cifre odierne fornite dall'Ispra-Istituto Superiore per la Protezione Ambientale (massimo organo scientifico dello Stato sui temi della sostenibilità) e il monito che l'Ente stesso ha indicato a tutti gli amministratori pubblici per invitarli a non sprecare ulteriormente la risorsa suolo (non riproducibile, non rinnovabile e non sostituibile) e, dunque, orientare chiunque al recupero dell'enorme stock edilizio già esistente e ancora non utilizzato.
Un monito che anche a livello regionale è entrato a far parte dei regolamenti normativi: in Piemonte, ad esempio, il Piano Territoriale Regionale indica nel suo articolo 31 che "nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali possono prevedersi solo quando sia dimostrata l’inesistenza di alternative di riuso e di riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti. In particolare è da dimostrarsi l’effettiva domanda previa valutazione del patrimonio edilizio esistente e non utilizzato, di quello sotto-utilizzato e di quello da recuperare".
Perchè non ad Aramengo ? ...

La voce di un Sindaco
Matilde Casa, sindaco di Lauriano Po, ha quindi confermato come in ogni Comune giungano quotidianamente richieste di operatori interessati a installare impianti di produzione energetica. Non occorre demonizzarli preventivamente, ma valutarli uno a uno in modo obiettivo. Il progetto proposto ad Aramengo rappresenta “una scelta ambientale sbagliata, economicamente insostenibile e poco competitiva”, che non tiene conto degli aspetti paesaggistici dell'intera area.
E ha concluso sottolineando come qualsiasi progetto che abbia un impatto sulla comunità debba essere oggetto di adeguata informazione preventiva da parte di un'amministrazione e di un dibattito collettivo che preceda qualsiasi decisione: la discussione è la base della democrazia.

La salute
Federico Balestrieri, presidente dell'Associazione cremonese Medici per l'Ambiente - ISDE Italia, ha quindi affrontato il delicato tema del rapporto tra inquinamento e mortalità, citando molte fonti primarie di studi in materia, a cominciare dall'ultimo Rapporto dell'OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità (che evidenzia che una morte su 4 a livello mondiale è determinata da fattori di rischio ambientale) e l’ultimo rapporto dell’UE "Air quality in Europe" che pone il nostro Paese al primo posto per morti premature in Europa a causa dei livelli di PM 2.5, ossidi di azoto, ozono. I dati Eurostat (2016) evidenziano dal 2004 al 2013 un progressivo peggioramento in Italia della qualità
della vita, con perdita, in media, di 7 anni (uomini) e 10 anni (donne) di vita “sana”, mentre i dati ISTAT (2016) evidenziano dal 2015 anche una diminuzione di 2/3 mesi dell'aspettativa generale di vita.  
Questo peggioramento della salute deriva anche dalla presenza e dalla vicinanza a impianti di produzione alimentati da fonti rinnovabili, che spesso vengono considerati essenziali per il nostro Paese indicato come carente di energia disponibile. Ma i dati reali chiariscono che si tratta di un'informazione errata: in Italia la produzione di energia è oggi quasi doppia del consumo richiesto, dunque non è in atto alcuna emergenza energetica e si può (e si deve ...) agire con cautela nell'autorizzare nuovi impianti in aree diversamente utili per fini ambientali e naturali.

La Pirolisi
Infine è intervenuto l'ing. Alberto Poggio, docente del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino, che ha spiegato in modo molto comprensibile anche per i non esperti che cos'è la Pirolisi, ovvero un processo che non prevede l'azione dell'ossigeno e nel quale avviene la decomposizione termochimica di materiali di natura organica. Tale processo avviene essenzialmente fornendo calore al materiale da trattare, in modo da produrre l’energia necessaria per rompere alcuni legami chimici all’interno delle molecole complesse e trasformarle in molecole meno complesse.
Questo processo porta come risultato alla produzione di due differenti prodotti:
- una frazione solida indicata con il termine Char;
- una frazione volatile, la quale a sua volta si suddivide in una componente liquida, dovuta alla condensazione della frazione volatile dei prodotti e una componente gassosa, detta gas di pirolisi o Syngas (gas di sintesi) costituita dalle componenti non condensabili della frazione volatile dei prodotti.
Il Char è costituito principalmente dal residuo carbonioso della materia organica, da ceneri, inerti, metalli, ecc., la frazione liquida principalmente da catrame, acqua e differenti sostanze organiche (oli), mentre la frazione gassosa è costituita principalmente da idrogeno, metano, etilene, etano, ossidi di carbonio ed altri gas combustibili.
Insomma con la Pirolisi non si brucia nulla, ma la materia non scompare e genera prodotti liquidi, prodotti gassosi (syngas) e prodotti solidi (di tipo carbonioso, una specie di fuliggine).
Secondo l'ing. Poggio la Pirolisi, dopo più di ventanni di sperimentazioni, non ha ancora raggiunto quel grado di affidabilità necessario per poter essere considerata una tecnologia sicura e affidabile, tanto da fargli dire che "nella mia esperienza, non ricordo un solo impianto in funzione che non abbia problemi".
Problemi che derivano da diversi fattori, in particolare dall'instabilità dei processi gassosi legati alle materie prime utilizzate.
In definitiva, secondo Poggio, l'impianto proposto ad Aramengo non garantisce risultati economici per chi lo dovrà gestire e non offre la possibilità di un positivo bilancio ambientale complessivo, poichè la materia prima che dovrà alimentare l'impianto difficilmente sarà reperibile in loco e dunque la sua movimentazione rischia di essere molto meno vantaggiosa (in termini ecologici) rispetto alla sua funzione.
Inoltre non possiede i requisiti tecnici per poter essere considerato un buon progetto, poichè l'impianto di pirolisi produce energia elettrica e termica: la prima (in eccesso) potrebbe essere ceduta alla Rete elettrica nazionale, mentre il calore finirebbe sprecato (la piscina e le strutture accessorie non sono sufficienti per raccogliere tutto il calore prodotto). Dunque una cogenerazione sprecata (e normativamente non ammessa) e un bilancio ambientale insostenibile.

Il pubblico

Molti e appassionati sono stati gli interventi dei cittadini. Ne segnaliamo uno in particolare, formulato da un consigliere comunale di Passerano che ha giustamente rimarcato come il concetto di "valorizzazione del territorio" debba essere inteso non più come una attribuzione comunale ma come patrimonio di una intera area e ha suggerito la necessità di progettare servizi pubblici (come l'ipotizzata piscina) in zone già servite e non in luoghi raggiungibili in via esclusiva.

Insomma, molte utili informazioni per tutti. Peccato che gli amministratori di Aramengo abbiano scelto (non a caso ...) di riunirsi nel loro municipio per approvare la Variante urbanistica senza ascoltare un solo contributo tecnico/scientifico offerto dai Relatori della serata di Castelnuovo don Bosco: forse avrebbero registrato suggerimenti utili per la corretta gestione di quel "Bene Comune" di cui dovrebbero essere i primi sostenitori.
Essendo tutti degli amministratori pubblici !

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