Il treno dei desideri non sempre all'incontrario va

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di Alessandro Mortarino.

Il Tavolo Tecnico composto da Ordini professionali, Enti locali e Associazioni che si era costituito ad Asti nello scorso dicembre per analizzare ipotesi di mobilità sostenibile a partire dalla "metropolitana leggera" attorno alla città, si è rapidamente allargato all'intero territorio dei Comuni dell'area Unesco. E lunedì 13 febbraio si è riunito ad Alba per una collettiva analisi che ha prodotto, a mio parere, un probabile salto di qualità nella intricata vicenda ...

Avrebbe dovuto essere un "normale" incontro seminariale, invece per la prima ora e mezza abbondante al microfono si sono avvicendate le voci di Sindaci, assessori, vertici dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, Asp e Ordini professionali, tutte - ma proprio tutte - finalmente identiche nel delineare la priorità di restituire al sud del Piemonte la mobilità ferroviaria sospesa dal 2010. Sottolineando le necessità dei cittadini (studenti e lavoratori) e la grande opportunità offerta dal nuovo turismo, oggi in timida ma costante crescita.

Questa richiesta univoca e martellante ha dapprima spinto i due consiglieri regionali presenti (Angela Motta e Federico Valetti, cioè maggioranza e opposizione) ad accettare di farsi portavoce nei confronti dell'Assessore Balocco della richiesta di convocare un ennesimo incontro con le istanze dei nostri territori, recependo l'urgenza e anche il disagio mostrato, in particolare, dai delusi Primi cittadini.

Ma il culmine si è raggiunto quando la parola è stata data a Cristina Pronello, docente del Politecnico di Torino e, soprattutto, presidente dell'Agenzia per la mobilità regionale. Con grande schiettezza, la professoressa ha annunciato la sua personale piena comprensione del problema locale: «se dipendesse da me sola, vi darei subito i fondi necessari per ripristinare le tratte. Ma io - nel senso de l'Agenzia, ndr - questa somma non ce l'ho in dotazione».

Ma di quale somma stiamo parlando ? La presidente, candidamente, ha snocciolato qualche cifra che fino a quel momento mai era stata pronunciata pubblicamente: «questa mattina RFI (il gestore dell’infrastruttura ferroviaria, ndr) mi ha inviato una mail, che devo ancora valutare a fondo. Comunque si parla, a titolo esemplificativo, di circa 18 milioni per ripristinare la galleria Ghersi, tra Alba e Barbaresco; dobbiamo però avere chiaro che è l'intera collina sovrastante che è a rischio, quindi a questa cifra dovremmo aggiungere almeno uno zero e ipotizzare una variante all'attuale sedime ferroviario. Poi ci sono circa 36 milioni da investire per mettere in sicurezza la galleria di Ozzano e i tratti circostanti. Sono cifre proibitive. Questi investimenti non potranno mai avere coperture finanziarie sufficienti. E vorrei anche aggiungere che l'Agenzia per la mobilità regionale è solo un soggetto amministrativo, gestisce i contratti e non le pianificazioni».

Apriti cielo !

Dopo queste parole tutti i presenti e l'ottimo moderatore dell'incontro (il prof. Marco Devecchi) si sono scagliati contro la malcapitata presidente, stigmatizzando la sua distratta elencazione di cifre importanti eppure non verificate e mai rese pubbliche nè discusse.
Mario Didier, di AFP-Associazione Ferrovie Piemontesi, ha subito fatto notare che RFI appartiene allo stesso gruppo del vettore che esercisce il servizio (la rete ferroviaria è di proprietà dello Stato ed è gestita da Rete Ferroviaria Italiana) e che per la gestione vengono percepite sovvenzioni statali ed introiti derivanti dall’acquisto delle tracce da parte delle imprese i cui treni circolano sulla rete; con questi fondi si attua la manutenzione ordinaria, quella straordinaria ed i necessari interventi di miglioramento. Per il servizio regionale, se il committente decide di non richiedere più il servizio su di una determinata linea, questa viene definita sospesa, ma RFI continua a percepire sovvenzioni per il mantenimento della stessa, questo per il fatto che, qualora il committente o un’impresa decidessero di acquistare le tracce per potervi circolare, RFI è tenuta a consegnare la linea in perfetto stato. Dunque queste linee dovrebbero essere già attive. Se il gestore ha deciso di non effettuare la dovuta manutenzione e di investire diversamente i fondi ad essa destinati, all’atto della richiesta di utilizzo della rete dovrà necessariamente eseguire il lavoro non fatto fino ad allora, avendo già percepito le sovvenzioni necessarie; l’attore protagonista, a patto che voglia esserlo, è dunque la Regione, che deve solo manifestare l’interesse per l’acquisto del servizio.

Infine, resta l'incertezza sul reale ruolo dell'Agenzia per la mobilità regionale. Sul sito dell'Agenzia leggiamo, infatti, la sua vera identità: http://mtm.torino.it/it/agenzia/chi-siamo/missione
Da cui si deduce che l'Agenzia ha il compito di «Pianificare le strategie di mobilità e di Programmare gli sviluppi del servizio pubblico» e non soltanto di gestire i contratti.
Possibile che il presidente dell'Agenzia non lo sappia ? Oppure il ruolo dell'Agenzia è davvero solo di tipo amministrativo/burocratico e occorre pertanto un po' di chiarezza e una differente modalità di rapporto con Sindaci, Amministrazioni, Cittadinanza da parte del vero interlocutore, cioè la Regione ?

Manca insomma un tavolo di ascolto e di confronto tra Agenzia (e/o Regione Piemonte) e tutte le istanze dei territori.
Ecco dove sta il problema !

Nei giorni successivi i due consiglieri regionali hanno trasferito l'indignazione dei nostri territori nelle sedi competenti, qualche riunione lampo è già stata consumata e ora ci attendiamo il "salto di qualità".

Che, questa volta, crediamo proprio possa arrivare fino alla più vicina stazione ...