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Non convince la pista di motocross vicino alle vigne di Ruchè



Il Comitato Spontaneo di Vigilanza boccia il progetto presentato a Castagnole Monferrato, a pochi chilometri dal territorio Unesco.

Costruire la pista da motocross è un gravissimo errore di valutazione se si vuole garantire uno sviluppo sostenibile del territorio”. Il Comitato Spontaneo Vigilanza Motocross si dichiara apertamente contrario alla realizzazione dell’impianto sportivo a Castagnole Monferrato, il paese dell’Astigiano conosciuto per i suoi vigneti di Ruché ...

La presa di posizione arriva dopo l’Assemblea pubblica convocata dal Comitato per chiarire quali fossero i motivi che avevano spinto l’Amministrazione comunale ad accettare e favorire un progetto privato per costruire un mega impianto di motocross impegnando quaranta ettari del suo territorio, sempre più vocato al turismo enogastronomico anche “di ricaduta” della vicina area Unesco.
Le scarse argomentazioni presentate dai nostri Amministratori e dalla società proponente non ci hanno convinti sulla reale portata dei benefici che comporterebbe la realizzazione di un tale impianto – dice Claudio Vella, presidente del Comitato - anzi, hanno rinforzato in noi il convincimento che lo sviluppo del nostro territorio non passa attraverso le attività di motocross ma vada ricercato in un approccio compatibile con la vocazione del territorio monferrino. Il nostroComitato intende adoperarsi per favorire e ricercare tutte le opportunità in questo senso”.

DIECI MOTIVI PER DIRE NO

1) L’Amministrazione non ha fornito alcun dato sul potenziale sviluppo economico del territorio che ne deriverebbe: i potenziali sviluppi non ben identificati né quantificati che sarebbero indotti dalla presenza di un simile impianto risultano, come da nostre verifiche in località che ospitano analoghi impianti, marginali e poco influenti per la natura, le abitudini e le modalità di vita stessa dei frequentatori attivi degli impianti di motocross. Su quali elementi l’Amministrazione ha deciso di deliberare la propria disponibilità a modificare il Piano regolatore per accogliere la proposta di realizzare la pista visto che agli atti compare solo una dichiarazione della società proponete di avere la disponibilità attraverso preliminari di compravendita di terreni?

2) Non è stato presentato un minimo piano industriale: il progetto è stato presentato dalla società Monferrato srl che ha un capitale sociale di mille euro a fronte di un progetto che richiede un investimento di oltre un milione e 200 mila euro. Per dare assicurazioni sul futuro dell’impianto non è stata fornita nessuna indicazione sul tipo di valutazioni effettuate, ad esempio sui piani di rientro economico dell’investimento. Perché investire una cifra così alta in un settore dalle prospettive incerte? (tutti gli sport motoristici mostrano un calo negli iscritti e negli spettatori).

3) Il parere negativo dell’Associazione Produttori del Ruché e delle strutture ricettive della zona: l’associazione che raggruppa i produttori di Ruché si è espressa contraria al progetto. Una posizione condivisa da molte strutture ricettive della zona (bed&breakfast, Locande etc) che ritengono la pista da motocross non distante dalle strategie finora messe in atto, ma anche dannosa alla tipologia di turista che oggi frequenta la zona.

4) Un’operazione molto e troppo silenziosa: la prima delibera relativa alla disponibilità di accogliere un impianto di motocross è del 26 settembre 2012 a soli tre mesi dalle elezioni comunali: nel programma elettorale dell’Amministrazione comunale eletta non solo non si parla della pista, ma si affermava che si sarebbe puntato su un turismo ecocompatibile. Ci sono state altre due delibere (20 aprile 2014 e 28 luglio 2015): come la prima, sono state approvate nell’assoluto silenzio istituzionale (solo albo pretorio) senza una consultazione pubblica della cittadinanza vista la rilevanza e la portata del progetto. Perché?

5) 29 piste da motocross in Piemonte: di cui 17 omologati dalla Federazione per eventi sportivi. In più il 9 settembre è stata annunciata la costruzione entro il 2017 di un nuovo impianto di categoria internazionale a Felizzano a 13 chilometri da Castagnole Monferrato. In un raggio di 50 km da Castagnole sono presenti oltre 10 impianti (in futuro 11 con Felizzano).

6) L’eccessivo consumo di suolo e di bosco: l’area di interesse occupa circa 40 ettari attualmente con bosco ceduo con destinazione d’uso agricolo e boschivo. Sono previste due piste da motocross (una di 1a categoria di 12.000 mq e una di allenamento di 10.000 mq) e strutture a servizio dell’impianto: paddock (27.000 mq) e area parcheggi (29.000 mq). Il totale è 78.000 mq, oltre allo spazio necessario per le infrastrutture. L’area attualmente classificata area agricola deve essere trasformata con variante di PRGC in area turistico-ricettiva-sportiva e per l’impegno del tempo libero. La domanda è: perché acquistare terreni da disboscare quando esistono disponibilità, anche vicine, di terreni più predisposti per impianti di tal genere?

7) La biodiversità del bosco “incolto”: l’area verde interessata è ricca di biodiversità: crescono orchidee selvatiche, piante a vocazione tartufigena (molte roveri ricevono il finanziamento della Regione Piemonte come piante da tartufi) ed è luogo di rifugio di molti animali selvatici. Riteniamo che questo bosco sia una ricchezza.

8) Turismo enogastronomico richiamato dall’Unesco: Il comune di Castagnole Monferrato si presenta come un piccolo centro (circa 1200 abitanti) meta di un crescente turismo enogastronomico, merito anche della ricaduta positiva del vicino territorio Unesco di Langhe-Roero e Monferrato. È un tipo di turismo che cerca il silenzio, la natura, la buona cucina e il Ruché. Si può parlare di “turismo lento” in totale contrapposizione a quello che si paventa essere un “turismo motoristico” con profili di esigenze e di caratteristiche nettamente agli antipodi rispetto a quello che oggi frequenta le nostre località.

9) Il Monferrato come luogo di tranquillità: negli ultimi anni si è assistito all’arrivo di tante persone e famiglie da altre zone, altre regioni e dall’estero, fenomeno che sta contrastando il declino demografico dei nostri paesi, come di tante altre comunità del territorio. Tutte queste persone, hanno apprezzato e apprezzano il Monferrato per la sua autenticità, la sua sobrietà, la sua centrica posizione in un’area boschiva ampia, impenetrabile e ancora sostanzialmente incontaminata. Tutte queste persone, indipendentemente dalla loro origine e cultura, hanno in sostanza amato le nostre terre per la loro capacità di offrire tranquillità.

10) La vocazione cicloturistica del Monferrato: il Monferrato è terra di percorsi escursionistici meta di diverse comitive o singoli che praticano trekking o cicloturismo. Anche questo un turismo che alimenta le strutture ricettive e di ristorazione locali.
Castagnole con altri comuni limitrofi è interessato dal progetto «EnjoyRuchè» di cui è stato finanziato lo studio di fattibilità (24.000 euro); il progetto ha come obiettivo lo sviluppo e la manutenzione di piste e circuiti turistici e la riqualificazione di immobili storici (per Castagnole l’ex Asilo Regina Elena).

Per tali ragioni ritenendo che il bilancio tra elementi positivi ed elementi negativi sia nettamente a favore di questi ultimi, il Comitato Spontaneo Vigilanza Motocross si dichiara apertamente contrario a un idea di sviluppo basata sulla realizzazione di impianti motoristici e di motocross nel territorio comunale di Castagnole Monferrato, favorendo invece altre possibili opportunità imprenditoriali che valorizzino le caratteristiche naturali del territorio e delle produzioni caratteristiche locali.


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