Ad Asti la sicurezza ha un costo

Stampa


di Mario Paracchino.

La sera del 15 marzo ho partecipato ad uno degli incontri promossi dal sindaco di Asti Fabrizio Brignolo, voluti per illustrare strategie e investimenti pensati per contrastare la crescente criminalità. Luogo dell’incontro: circolo di Mombarone. Presenti: il sindaco Brignolo, il vicesindaco Arri, l’assessore Sorba, il consigliere Baglione, alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine e un nutritissimo pubblico, soprattutto del luogo, la cui età media si attestava sui 70 anni abbondanti. Senza nulla togliere alla saggezza ed all’esperienza dei nostri vecchi ho subito pensato che quello fosse il pubblico migliore a cui illustrare la famosa APP per SmartPhone “ApriamoGli Occhi”: scaricate l’APP da Google Store, la installate sul vostro SmartPhone, poi configurate il vostro Account e la posizione GPS della vostra abitazione e per fare la segnalazione fate TAP sull’apposito tasto e digitate sulla tastiera …

Tutto molto semplice, soprattutto per una persona anziana, quasi come la vecchia e comoda telefonata tra vicini… tutto molto fantastico, colorato e surreale.

Brignolo, nelle vesti di Team Leader provetto, descrive l’iter procedurale che ha portato all’ideazione di questa creatura: “…i tecnici informatici del nostro comune, dopo attenta e approfondita valutazione delle specifiche e delle problematiche da risolvere, in collaborazione con ASP hanno commissionato la realizzazione di questa APP che potrà senz’altro configurarsi come una svolta nel controllo del vicinato…”.
Da tecnico informatico quale sono, ancora abitante sul pianeta Terra, non ho resistito a fare alcune semplici domande al nostro Sindaco, domande che, ad oggi, sono ancora senza risposta e che ripropongo nuovamente attraverso questa lettera anche ai miei concittadini, se non altro per loro conoscenza:

1) Per quale motivo ASP e Comune di Asti hanno deciso di investire altro denaro pubblico (11.500 Euro + IVA) per commissionare la costruzione di una APP di dubbia utilità quando esistono già applicazioni meglio congeniate e adatte allo scopo ma assolutamente GRATUITE, come ad esempio NORUBA o SOSALARMHOUSE?
Possibile che il “team di informatici del Comune” non si siano accorti che soluzioni come quella commissionata, se non addirittura migliori, esistono già e NON COSTANO NULLA?

2) Visto che le frazioni sono perlopiù abitate da anziani, anziché investire in una APP da usare su uno SmartPhone, non sarebbe stato più utile e conveniente investire in qualche volante in più per le strade?

3) Per quale motivo per questa APP dal prossimo anno l’accordo economico con LMSC S.r.l. (società incaricata di realizzare l’APP) evolverà dal modello attuale (acquisto) al nuovo modello Service che comporterà un ulteriore onere economico, a carico degli astigiani, da sostenere continuativamente ogni anno?

4) Come può il sindaco sostenere la necessità di preservare i dati personali contenuti nell’APP se questa, anziché essere gestita direttamente dal Comune, viene lasciata in gestione (attraverso un canone annuale) ad una società terza la quale, ad oggi, non ha fornito alcuna ulteriore garanzia di sicurezza sulla detenzione dei dati?

5) Per quale motivo questa APP, anziché essere commissionata dal Comune di Asti, è stata commissionata da ASP che nulla centra con la sicurezza cittadina? Forse perché in questo modo possono essere aggirate le procedure che richiedono una normale gara d’appalto?
Ieri sera Brignolo avrebbe potuto rispondere nel merito… ma, come troppo spesso accade, ha preferito divagare arrivando a togliermi la parola rendendomi profondamente offeso sia come cittadino che come contribuente.

Ripropongo quindi in questa lettera i 5 quesiti… nella speranza che, almeno attraverso la stampa, si possa ottenere una risposta.